Festeggiare (degnamente) la sostenibilità di un “futuro comune”

Oggi mercoledì 4 agosto si festeggia il compleanno della sostenibilità. Sì perché il 4 agosto 1987, grazie al cosiddetto “rapporto Brundtland”, il futuro (comune) a misura di ambiente prendeva il nome di “sviluppo sostenibile”

 

Il rapporto Brundtland e la definizione di sostenibilità

Sustainable development is development that meets the needs of the present without compromising the ability of future generations to meet their own needs. It contains within it two key concepts:

  • the concept of ‘needs’, in particular the essential needs of the world’s poor, to which overriding priority should be given; and
  • the idea of limitations imposed by the state of technology and social organization on the environment’s ability to meet present and future needs”.

Con queste parole il rapporto “Our Common Future” della Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (Nazioni Unite) introduceva il concetto di “sviluppo sostenibile”. Era il 4 agosto 1987 e a presentare il rapporto fu la norvegese Gro Harlem Brundtland, chiamata a presiedere la commissione 4 anni prima.

La parola “sostenibilità”, le cui origini sono latine, echeggiava negli ambienti green dell’epoca con un significato circoscritto all’impronta dell’uomo sul pianeta ma non portava in sé alcuna progettualità.

Il rapporto Brundtland presentava una definizione di sviluppo sostenibile basato su assi quali la responsabilità delle generazioni attuali verso quelle future, il diritto alla soddisfazione dei bisogni, la partecipazione di tutte le persone al benessere e la rimozione dei fattori socio-economico-strutturali a monte dell’inquinamento.

Si trattava di un paradigma nuovo, una rivoluzione copernicana che ancora oggi è considerata un riferimento assoluto. Fra le affermazioni più perentorie, fra l’altro, si legge: “sustainable development requires meeting the basic needs of all and extending to all the opportunity to fulfil their aspirations for a better life. A world in which poverty is endemic will always be prone to ecological and other catastrophes”.

 

La modernità del rapporto Brundtland

Il rapporto Bruntland – la cui lettura è assolutamente consigliata – è articolato, completo e ricco di spunti concreti. Le sfere di azione della sostenibilità definite dal rapporto, vale a dire ambiente, economia e benessere, in particolare nella loro interdipendenza, sono ancora oggi i pilastri della riflessione ambientalistica. Nel 2021 più che mai, alle soglie di quella che molti indicano come rivoluzione ecologica, Our Common Future appare in tutta la sua forza e visionarietà.

 

Il ruolo dell’industria tissue nella ricerca della sostenibilità

I prodotti in carta tissue sono la migliore risposta che l’umanità abbia saputo dare a una serie di bisogni di base. Questo non significa però che le modalità di produzione, distribuzione, consumo e smaltimento/riuso, non possano essere migliorate, sotto tutti gli aspetti. Il miglioramento delle performance ecologiche è possibile ed è concretamente realizzabile, così come lo è l’impatto zero, che in epoca di superamento della capacità portante della Terra (vale a dire il fatto che l’umanità stia vivendo in un modo tale da porre il pianeta in debito di risorse) deve diventare un imperativo.

La produzione tissue inizia con un prelievo ambientale. Già in questa primissima fase l’unione fra scelte politiche, rispetto delle regole, buone prassi e tecnologia, può annullare l’impatto. In presenza di un quadro normativo chiaro e ben definito, adottando scelte industriali orientate alla salvaguardia delle risorse e portando la tecnologia IoT direttamente nelle foreste, è possibile effettuare prelievi che siano rispettosi dei cicli di vita boschivi, generando un continuo ricambio di esemplari d’albero che garantisca qualità della materia prima, sufficiente approvvigionamento, mantenimento degli spazi verdi. Tutte le azioni che sono implicate in questa fase, dal taglio al trasporto, dalla lavorazione primaria alla distribuzione della materia lavorata, sono realizzabili in maniera sostenibile, sia con scelte di limitazione dell’impatto, sia con nuove soluzioni tecnologiche iperefficienti, sia con la compensazione. Il ruolo della tecnologia in questo quadro è fondamentale perché alberi, foreste, terreni, mezzi di trasporto e macchinari possano “parlare”, dialogando con algoritmi e sistemi di controllo governati dalla sinergia fra machine learning e intelligenza umana, a realizzare processi sempre più efficienti, meno impattanti e – soprattutto – in continuo miglioramento.

I brand che producono e distribuiscono i prodotti tissue svolgono un ruolo fondamentale per la diffusione di una cultura della pulizia e dell’igiene. L’acquisizione di nuovi strumenti e nuove abitudini igienico-sanitarie è stato un passo fondamentale per conquistare livelli di salute e benessere collettivo. Per comprendere come i prodotti in carta tissue siano indispensabili per raggiungere i massimi livelli di salute globale, è sufficiente pensare al fatto che le malattie infettive trovano in cute e mucose le vie attraverso cui gli agenti patogeni penetrano nell’organismo. Bene, è proprio qui che salviette, carta igienica, fazzoletti, tovaglioli e altri prodotti simili, possono intervenire consentendo una pulizia efficace e sicura. I brand che realizzano questi prodotti, dicevamo, svolgono un ruolo fondamentale per il benessere collettivo ma entrando nelle case e accompagnando i gesti quotidiani delle persone, hanno anche la possibilità di svolgere un ruolo di educazione sanitaria – basato sulla fiducia e sulla familiarità – che sostenga piccole e grandi comunità nell’acquisizione di nuove sane abitudini. Pulizia e detersione degli oggetti, igiene personale, igiene degli ambienti (dall’automobile alla cucina, dal bagno agli spazi collettivi) sono consuetudini che debbono essere accolte e adottate in tutto il mondo; solo così sarà possibile limitare la diffusione di malattie e patologie che, se contratte, peggiorano la qualità della vita e inducono la produzione di nuove fonti di inquinamento (antibiotici e farmaci vari, oggetti monouso non riciclabili, prestazioni, trasporti e spostamenti su gomma). La salute, insomma, non genera impatti sull’ambiente quando è raggiunta grazie a semplici abitudini e a prodotti riciclabili. Anche questo è sviluppo sostenibile.

Anche la fase di smaltimento/riuso può e deve essere progettata al top delle performance ambientali, sia fornendo informazioni accurate e corrette, sia avvalendosi di tecnologie di lavorazione che, intervenendo sulle fasi di packaging e distribuzione, siano in grado di realizzare prodotti finiti che vengono distribuiti minimizzando le emissioni e garantendo la totale riciclabilità o uno smaltimento senza aggravi ambientali.

C’è, al centro di tutto questo, la fase di realizzazione materiale degli articoli in tissue, che a partire dalla materia prima, trasforma, crea e confeziona. Si tratta di una fase in cui la tecnologia è in continuo perfezionamento, sia sotto il profilo delle additivazioni, sia sotto quello dell’efficienza energetica, sia per quanto riguarda la continuità di produzione.

Tecnologia sostenibile per la produzione tissue, oggi significa macchinari che:

  • rispettano rigidi criteri di consumo
  • si aggiornano e trasformano senza interrompere i cicli di lavoro
  • sono sempre più sicuri e silenziosi.

Anche la lavorazione in sé è sempre più sostenibile:

  • impatto limitato
  • continua elaborazione di nuovi paradigmi ecosostenibili.

Il percorso delle aziende di iT’s Tissue è chiaro e ben delineato:

  • progettazione orientata alla limitazione di impatto
  • ottimizzazione di tutte le fasi di produzione dei macchinari
  • sviluppo di strumenti user & environment friendly per il monitoraggio e l’ottimizzazione
  • affiancamento dei clienti in modalità di manutenzione preventiva
  • ricerca continua orientata all’efficienza.

 

Tanti auguri, allora, allo sviluppo sostenibile, l’unico orizzonte che il pianeta si merita e la responsabilità che tutti noi abbiamo sulle spalle. Le aziende di iT’s Tissue festeggeranno lavorando, nella convinzione che già il prossimo anno, in occasione del 35° compleanno del rapporto Bruntland, saranno in grado di dare la spallata decisiva alla produzione inquinante, per portare il mondo del tissue alla sostenibilità totale.

Nel frattempo, per comprendere al meglio le logiche e le dinamiche della sostenibilità, è attiva la piattaforma TissueConvergence, riservata ai professionisti dell’industria tissue, che tramite registrazione mette a disposizione documenti, case histories e focus tematici. Da pochi giorni su TissueConvergence è possibile trovare anche gli speech e i dati di settore di Scenario 2021, con la partecipazione di Joseph Stiglitz (premio Nobel per l’economia), Luciano Floridi (Università di Oxford) e Blake Moret (Rockwell Automation).