La produzione a basso impatto nel settore Tissue come scelta responsabile verso le generazioni del domani?

Preservare il pianeta dalle attività umane è un dovere o una scelta? Un po’ e un po’: è una scelta doverosa.

Disquisire sulle parole che descrivono l’atto di essere più o meno rispettosi dell’ambiente è qualcosa di più d’un semplice vezzo intellettuale, è comprendere e dare significato al quadro in cui si opera se si decide di essere eco-responsabili.

La scelta come preferenza fra più opzioni

Il verbo italiano scegliere è quello che si adatta maggiormente a restituire il significato della sostenibilità. Derivante dal latino ex-eligere, che indica letteralmente qualcosa da selezionare fra più possibilità, trascina nel libero arbitrio la sostenibilità. Anche di fronte a chi ponga la produzione industriale di vecchio tipo come irrinunciabile, andare nel novero delle scelte possibili richiama inequivocabilmente al senso di responsabilità e alla possibilità di intraprendere strade diverse: inquinare è allora una scelta, inquinare meno è una scelta, produrre a impatto zero è una scelta. Anche l’inglese è suggestivo, in questo senso: to choose è un verbo che indica più possibilità a disposizione fra cui prediligerne una; pure choice (parola di origini diverse da choose) richiama alla possibilità di selezionare un’opzione fra altre.

Come detto, tutto ciò richiama al senso di responsabilità, altra parola che mette di fronte al senso etico perché etimologicamente trascrivibile come: abilità nel rispondere. Ecco che il quadro prende forma e assume senso: tutelare la Terra significa scegliere la migliore opzione possibile, dato lo scopo di assicurare un futuro alle giovani generazioni.

La produzione industriale a basso impatto, dicevamo, è “una scelta doverosa”, e il “dovere” è qualcosa che è imposto da una norma; in questo caso essere sostenibili è “scelta doverosa” perché, se teniamo al futuro dei nostri figli, dei nostri nipoti e pronipoti, delle specie animali e vegetali, allora la miglior scelta possibile è dare uno stop all’inquinamento.

L’alleanza per il futuro di nuove e vecchie menti

Cambiare paradigma è sempre arduo e farlo significa avvalersi di una forza che non è quella del singolo né quella del gruppo, pur influente o potente che sia. Si cambia il pensiero dominante solo se si crea qualcosa di grande, un consenso collettivo che superi la logica comune. È proprio in questo modo che si è iniziato a elaborare, progettare e realizzare macchine per la produzione di articoli in Tissue che fossero frutto di logiche completamente nuove; vecchie e nuove menti, si sono unite per cambiare il modo di pensare. Da tutto questo sono nate soluzioni tecniche che hanno permesso (alla stregua di un fattore abilitante) di iniziare a produrre in modo sempre più sostenibile, di ridefinire il ciclo di vita delle macchine stesse, di rendere più sicuro il lavoro per coloro che operano nelle linee, di valorizzare gli scarti, di reimpiegare l’energia, di portare a scaffale confezioni e prodotti sani, sicuri e rispettosi di acque, terre e aria.

Rompere gli schemi è qualcosa che si fa se alle spalle si hanno conoscenze profonde in fatto di tecnica, conoscenze possedute da menti che permettono al pensiero dirompente dei giovani di dimenticare con leggerezza le prassi in uso e fare ciò che si riteneva impossibile anche in virtù del fato che spesso i giovani “non sanno che non si possa fare”.

In linea teorica tutto questo è semplice ma nel concreto della vita di fabbrica può apparire, agli occhi dei più, come impossibile. In fabbrica spesso conta la gerarchia, pensarla in modo diverso può apparire sfidante, concedere la novità può comunicare debolezza e perdita di posizioni, ascoltare chi vorrebbe cambiare tutto rischia di sembrare “fumoso”. Tutto questo può oppure può non essere.

Se oggi le aziende della rete iT’s Tissue sono in prima linea nella produzione Tissue pulita lo devono alle scelte di fondo che hanno permesso di avere fabbriche in cui la mentalità condivisa fosse aperta, flessibile e disposta a mettersi ricorsivamente in discussione. Se oggi ci sono produttori di carta Tissue che rivoluzionano il mercato proponendo articoli sostenibili, luoghi di lavoro piacevoli per chi li vive, emissioni vicine allo zero e impatti ambientali ormai risicati anche nel microambiente di stabilimento, significa che fra vecchi, giovani, produttori e consumatori c’è stata un’alleanza consapevole che ha spinto tutti a fare un grande salto. E significa che alle loro spalle c’è qualcuno che con un grosso lavoro di sviluppo ha messo a punto gli strumenti affinché l’ambiente fosse una scelta collettiva e responsabile. Sono figli, figlie, padri, fratelli, madri, sorelle; sono le persone di Acelli, E80, Futura, Gambini, Körber, Omet, PCMC, Pulsar, Recard, TMC, Toscotec: persone responsabili.