La sicurezza autotelica nel mondo della produzione Tissue

La sicurezza dei professionisti che operano in ambito macchina e di tutti coloro che contribuiscono alle fasi di lavorazione del Tissue è un obiettivo strutturale che si ottiene a partire da alcuni principi base. Le aziende di iT’s Tissue lavorano su un nuovo paradigma: la sicurezza autotelica.

 

La sicurezza autotelica come asset

C’è una parola che descrive in maniera perfetta quella che dovrebbe essere la reale collocazione della sicurezza sul lavoro: autotelico. Si tratta di un termine che prende le mosse dai concetti greci di αὐτός (autos) e τέλος (telos), andando a designare una qualsiasi attività che trova senso e compimento in sé stessa. A traslocare questo termine dagli scaffali dei linguisti all’uso nella lingua corrente, è stato Mihaly Csikszentmihalyi che nella sua celebre “Teoria del flusso”, ha descritto la “personalità autotelica” come quella più indicata a vivere esperienze di flusso. Gli autotelici fanno le cose nel qui e ora e godono dell’esperienza in quanto tale; essere autotelici significa trovare piacere nel fare qualcosa, indipendentemente dagli obiettivi e dall’utilità della stessa.

È proprio in questo orientamento che si muove il concetto di sicurezza sul lavoro per le aziende di iT’s Tissue, in un confronto continuo tra imprese, persone e riflessioni di fondo sul senso stesso del fare business. Da qui la convinzione che il prossimo step debba – necessariamente – essere quello della sicurezza autotelica: non solo un obbligo di legge, non solo una responsabilità morale e imprenditoriale non certo un ostacolo alla fluidità del lavoro ma una visione trasversale e omnicomprensiva che diventa organica e indispensabile, parte elementale di qualsiasi idea di lavoro. La sicurezza deve diventare non una funzione del lavoro mirata alla salvaguardia delle persone ma un concetto di base, così come le parole sono asset di base di un’attività come il parlare: non è possibile immaginare un discorso se non si dà come assioma l’esistenza delle parole. Purtroppo, ancora oggi, in varie parti del mondo la sicurezza è un concetto troppo spesso assimilato – per proseguire il parallelo fra lavoro e conversazione – alle regole del discorso, quelle che impongono un registro, una scelta sintattica o un divieto di espressioni particolari a seconda del contesto o dell’occasione.

Sicurezza è, inoltre, guardare il processo con una visione a 360° e includere, a partire dalla salvaguardia delle persone, anche la sostenibilità della produzione, la tutela di materie prime e macchinari, la continuità produttiva, i risparmio energetico e la qualità del prodotto finale.

Considerare la sicurezza autotelica come asset significa renderla, semplicemente, pura normalità e non scopo.

 

La sicurezza industriale fra affidabilità, ridondanza e formazione

L’elaborazione dei temi della sicurezza passa anche attraverso l’analisi accurata dei singoli tool (teorici e pratici) che permettono di sviluppare macchinari e impianti in grado di coniugare top performance e total safety. Ecco solo alcuni dei temi che all’interno della rete iT’s Tissue trovano luogo nella definizione delle logiche di sicurezza.

 

Sicurezza e affidabilità

Download Manifesto Sicurezza AutotelicaGarantire che la produzione sia continua, rispetti standard di qualità e velocità, e che al contempo sappia essere sicura per le persone, è questione di affidabilità. L’affidabilità (reliability) è un indice percentuale che si usa in ingegneria per indicare la probabilità che un sistema funzioni senza guastarsi per un determinato tempo in specifiche condizioni ambientali. L’ingegneria dell’affidabilità valuta indici quali la disponibilità (availability), la probabilità e il tasso di guasto, il Mean Time To Failure, il ciclo di vita dei componenti e altre variabili che contribuiscono all’elaborazione di modelli descrittivi e previsionali sempre più precisi. Macchine e componenti sviluppati in ottica IoT portano il risultato delle equazioni a livelli prossimi all’esattezza assoluta.

Analisi e calcoli affidabilistici sono in continua evoluzione, a partire dai metodi stocastici (dal metodo Montecarlo all’analisi di Markov fino alla distribuzione di Poisson) per terminare alla logica della ridondanza.


Sicurezza e ridondanza

Le logiche di ridondanza sono patrimonio condiviso da diverse discipline ingegneristiche e nello sviluppo di macchinari o impianti industriali sono considerate indispensabili. L’assunto che sottende la ridondanza è che le probabilità di guasto di più sistemi paralleli siano decisamente inferiori rispetto alla probabilità d guasto di un singolo sistema. Per questo la progettazione prevede sistemi di autodiagnosi, catene funzionali o parti realizzate con ridondanza attiva o passiva, componenti ridondanti a path singolo o multiplo e altri accorgimenti che, a seconda dei casi, rendono agli apparati la maggior sicurezza possibile.

I livelli di ridondanza sono decisi a seconda dei casi, degli impieghi e della delicatezza di fasi o componenti. Si prenda per esempio i caso di un cobot (o co-robot) che supporti il lavoro di storage degli addetti, la progettazione di un dispositivo del genere deve prevedere un sistema di base che intercetti un ostacolo e stoppi il movimento (evitando così, per esempio, di investire un tecnico del magazzino) ma in caso di malfunzionamento del sensore ottico, deve essere previsto un sensore di urto che faccia lo stesso lavoro, oppure (e in parallelo agli altri 2) la possibilità di fermata da remoto per mano di un operatore.

Se tutto questo è sicurezza ridondante, il paradigma di sicurezza autotelica estende la visione e definisce modalità progettuali che tengano conto dell’efficienza energetica del cobot, della piacevolezza del layout, della flessibilità di funzionamento.

La ridondanza si applica, ovviamente, non solo sul singolo device o componente ma anche sulla logica di impianto, con un lavoro dell’ingegnere controllista che coordini il funzionamento interdipendente e collettivo, considerando l’ambiente, il contesto e la presenza delle persone in stabilimento.

Download Manifesto Sicurezza Autotelica

Sicurezza e formazione

Nuove e vecchie professionalità non possono essere esercitate, in nessun caso, senza una formazione di base sulla sicurezza. La sicurezza attiva, messa in pratica dalle persone, significa sapere cosa fare, come e quando farlo; e sul luogo di lavoro è requisito indispensabile. Sicurezza è però anche altro (e soprattutto): un processo che si rinnova grazie all’aggiornamento continuo di prassi, criteri e nozioni. Per un approccio alla sicurezza che sia realmente autotelico serve un passo ulteriore: è necessario considerare la persona nella sua globalità: cosa prova, cosa pensa, in quali condizioni psicologiche ed emotive svolge la propria professione. Per questo guardare alla sensibilità delle singole persone è qualcosa che ha sì effetti sul benessere ma costituisce uno spill-over di rilievo anche per la sicurezza: per reagire di fronte a un imprevisto non solo bisogna sapere cosa fare ma si deve anche essere nel corretto setting mentale (nel corretto “flusso” per tornare là dove abbiamo iniziato) per farlo. Anche questo è creare sicurezza autotelica e uno dei metodi più efficaci è pensare l’esperienza del lavoro in ottica nudging.

 

Se vuoi conoscere il manifesto della sicurezza autotelica e scaricare il questionario di autovalutazione per scoprire se la tua azienda è pronta per abbracciare la sicurezza autotelica compila il form.

 

Focus il Nudging o “spinta gentile”

“Nudge – La spinta gentile”  (2008) è un saggio di Richard Thaler e Cass Sunstein che approfondisce il tema dell’architettura delle scelte. A partire dall’osservazione di fenomeni sociali e dalla misurazione dell’efficacia di interventi di “spinta gentile” sui comportamenti di persone e categorie sociali, gli autori hanno sviluppato una teoria in base alla quale intervenendo sul contesto in cui le scelte di comportamento vengono esercitate, le persone agiscono o reagiscono in determinati modi. Un esempio illuminante è quello della suoneria degli smartphone: la suoneria di base verrà mantenuta da una percentuale altissima di persone; nessuna campagna di pressione psicologica o di pubblicità avrebbe la stessa efficacia, per far scegliere quella determinata suoneria, di quanto si ottiene assegnandola come predefinita in fase di costruzione del prodotto.

Come è possibile applicare la logica del nudging alle questioni di sicurezza? Riflettere sulla questione è già un buon primo passo ma se vuoi saperne di più iscriviti alla nostra newsletter e continua a seguirci.