Nel giro di pochi anni l’industria della carta ha rovesciato completamente il paradigma che la vedeva come nemica dell’ambiente. Oggi carta significa sostenibilità a 360°, a partire dalla tutela del verde, per finire ai processi di produzione, senza dimenticare il riciclo.
Partito alcuni mesi fa proprio da Lucca e non è un caso, il nuovo Green Deal del cartario italiano, è sancito da un decalogo che comprende, valorizza e tutela tutti gli aspetti del ciclo di vita della carta:
I prodotti “verdi” sono ormai un trend in stabile ascesa nel carrello della spesa dei consumatori di tutto il mondo. Per molti anni i comportamenti di consumo sono rimasti invariati, la preferenza all’ecologico era solo al livello di atteggiamento, vale a dire una disposizione favorevole che non si traduceva in acquisto. Oggi siamo in una nuova era, epoca in cui non solo le classi benestanti si attivano per gli acquisti ecosostenibili ma le fasce meno privilegiate della popolazione determinano la propria spesa in base al modo in cui le aziende affrontano le tematiche ambientali. Già da anni, anche a livello normativo, un po’ ovunque si combatte il cosiddetto “green washing“, vale a dire la millantata sostenibilità di prodotti che in realtà non possiedono caratteristiche ecologiche; oggi questa prassi è più che mai pericolosa per chi la adotta perché settori sempre crescenti di popolazione, hanno in mano armi di conoscenza che possono smascherare le politiche fraudolente nel campo del rispetto ambientale.
Uno studio del centro ricerche di Deutsche Bank certifica che: “Circa un terzo delle persone ha smesso di acquistare prodotti di un brand che amava molto dopo aver letto sulla stampa lo scarso impegno ambientale dell’azienda”.
Dallo studio emergono altri elementi significativi:
In principio era la carta riciclata (che ebbe in seguito una propria borsa), poi gli affinamenti di processo, poi il packaging, poi lo sbiancamento, infine gli approvvigionamenti di materia prima. L’evoluzione ecologica della carta è in movimento costante da decenni e coinvolge non solo gli attori direttamente interessati ma anche le Amministrazioni Pubbliche, il volontariato e – ovviamente – le persone che usano e consumano prodotti in carta perché tutto comincia e tutto si compie grazie alle scelte delle persone.
Da sempre sensibile al tema, prima di tutto per senso di responsabilità, il distretto industriale cui fanno capo le aziende che hanno dato vita a iT’s Tissue, ha sviluppato soluzioni ingegneristiche, tecnologiche, meccaniche ed energetiche per far sì che la carta tissue sia sempre più sostenibile.
La carta, è bene ricordarlo, è ecologica per scelta ma è pulita per vocazione, come dimostra, per esempio, lo studio pubblicato nel 2012 che operando una review di 12 articoli scientifici, conclude: “Dal punto di vista dell’igiene, i tovaglioli di carta sono superiori agli essiccatori ad aria”.
La sostenibilità è, prima di tutto, uno dei 17 obiettivi (o forse è meglio dire, un asset trasversale) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite “un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU”. Questo per dire quanto la sostenibilità sia un tema centrale sia per le scelte responsabili di consumo, sia per le politiche nazionali e sovranazionali a livello planetario.
Cerchiamo però di capire in che modo descriverla: fra le varie definizioni, una di rilievo è data da un economista, DDaniel Kalt (UBS): “L’agire sostenibile dovrebbe preservare le risorse e le opportunità delle generazioni future. L’obiettivo deve essere lasciare ai nostri figli un pianeta in cui vale la pena vivere e in grado di garantire loro lo stesso benessere che rivendichiamo per noi”.
A partire da questa visione, ogni giorno, cerchiamo di costruire un mondo migliore. Il nostro obiettivo? Paper is the new green!