Come la produzione tissue può diventare green

La sostenibilità è un obiettivo necessario che oggi è pienamente realizzabile anche per il settore della carta tissue. Basta avere gli interlocutori giusti…

Tissue sostenibile: un valore, anche sul mercato

Una produzione industriale che si faccia carico della sostenibilità è ormai indispensabile per far sì che il pianeta possa proseguire a ospitare la vita. Limitazione d’impatto, riciclo, riuso e allungamento della durata media del ciclo di vita dei prodotti, sono fattori a cui nessuna azienda può rinunciare. L’economia lineare è al tramonto…

La sostenibilità è un fattore rilevante anche perché orienta i consumi nelle filiere che in maniera diretta estraggono e lavorano risorse naturali (come quello della carta tissue), ma anche nei settori che niente hanno a che vedere con lo sfruttamento diretto delle risorse naturali. L’impatto ambientale dei sistemi di realizzazione dei prodotti, è il terzo fattore di attenzione per i cittadini europei, ad affermarlo un’indagine del 2020. Lo stesso studio rileva come buona parte dei consumatori non abbia fiducia nelle promesse green delle aziende, anche se la responsabilità ambientale rimane la prima aspettativa nei confronti dei brand. 4 europei su 5 chiedono addirittura al settore bancario (quanto di più lontano si possa immaginare dall’impatto ambientale) di impegnarsi concretamente per limitare i segni della propria impronta sull’ecosistema. I contenuti ecologici sono quindi un fattore che determina le scelte di consumo e il senso di affinità fra consumatori e marchi.

Il mercato, si sa, non è però solo quello del consumo. Anche il mercato finanziario lancia segnali inequivocabili, a certificarlo un  report di Morgan Stanley: chi investe annovera ormai abitualmente i fattori ESG (Environmental, Social and Governance) come elementi decisionali per la scelta degli investimenti.
Il 57% del campione di Morgan Stanley, prevede che in futuro investirà solo a fronte di impegni ESG formalizzati.

La sostenibilità è – in sintesi – un valore a 360° e il settore tissue è chiamato a fare la propria parte.

Come la produzione tissue può diventare green: scegliere gli interlocutori giusti

Le aziende della rete iT’s Tissue sono da sempre eco-trend-setter nei rispettivi campi d’azione, mettendo in opera strategie, soluzioni e innovazione che rendono il settore sempre più eco-friendly.

Gli elementi più rilevanti per passare a una produzione green? Eccoli:

Come la produzione tissue può diventare green: l’eliminazione degli scarti

Durante la lavorazione della materia prima, i processi di produzione generano scarti che fino a poco tempo fa uscivano dal flusso per divenire semplice rifiuto. Se la raccolta differenziata, anche all’interno degli stabilimenti, consente di recuperare tutto ciò che è conferito correttamente, questa buona pratica non limita, in sé, gli scarti. Oggi la scelta di macchinari che fanno della precisione tecno-meccanica uno dei propri plus, consente di ridurre gli scarti di produzione perché, a partire dalle fasi di avvio, ogni centimetro quadrato di carta, viene valorizzato e inserito nella catena produttiva per essere trasformato.

L’adozione di logiche che monitorano ogni singola fase del processo di produzione, consente il rilevamento di anomalie e predice con esattezza assoluta i momenti di produzione in cui (per esempio) l’irregolarità di una bobina andrà a influire sullo step successivo; in questo modo la filiera di stabilimento sarà in grado di prendere in autonomia la decisione di interrompere un’operazione per evitare una produzione “corrotta”, limitando drasticamente le quantità materiali da scartare.

Come la produzione tissue può diventare green: l’ottimizzazione energetica

Linee produttive che rimangono attive 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno consumano energia. Ogni piccolo passo verso la limitazione del consumo energetico diventa, quindi, una grande conquista per l’ambiente, specie se si considera il fatto che ogni singolo passo è seguito da un altro passo e poi da un altro ancora…

Energia elettrica, energia meccanica, energia termica sono i target che debbono essere considerati per determinare la limitazione dei consumi. L’efficienza energetica è, prima di tutto, un asset mentale che deve stare alla base della progettazione. Non è possibile progettare soluzioni energeticamente virtuose senza uno sguardo complessivo verso il futuro. Non solo: è necessaria una conoscenza multidisciplinare sia del settore, sia del funzionamento-macchina nel suo complesso. Con il contributo in fase progettuale di menti aperte e innovative che dialogano con tech-designer esperti e operatori tecnici, si gettano le basi per lo sviluppo di progetti ecologicamente virtuosi, in grado di spostare verso la sostenibilità, tutti gli standard di consumo e dissipazione energetici.

Ottimizzazione energetica è però anche ottimizzazione logistica, che si realizza quando i sistemi che curano le diverse fasi della produzione sono in grado di dialogare e di essere (letteralmente) affiancati l’uno all’altro per funzionare “a catena”.

Come la produzione tissue può diventare green: le altre accezioni del concetto di sostenibilità

Sostenibilità non è solo attenzione all’ambiente, ma anche attenzione alla persona, strutturare un ambiente di lavoro sicuro per gli operatori, piacevole e confortevole. Intervenire nella progettazione dei luoghi di lavoro prestando attenzione non solo alla funzionalità dei sistemi, ma anche alla disposizione degli spazi, alla logistica operativa, alla sicurezza delle operazioni di manutenzione o di semplice regolazione delle linee è fare sostenibilità. Del resto… le persone fanno parte dell’ambiente, no?

Anche l’attenzione verso un uso ragionato del territorio, a partire dalla cementificazione, è sostenibilità. Per questo è importante dare il LA allo sviluppo di nuovi paradigmi di architettura industriale che disegnino le linee produttive in modo da ridurne gli ingombri a terra (e quindi l’estensione degli stabilimenti).

Come la produzione tissue può diventare green: la riduzione dei materiali

Decidere di rinunciare a un materiale che per decenni è stato considerato indispensabile per produrre carta igienica, tovaglioli, fazzoletti e carta per altri usi domestici è cosa tutt’altro che banale: a fronte di un nuovo paradigma produttivo c’è bisogno di un adeguamento di macchinari complessi che spesso non possono subire “fermi” di lunga durata per non danneggiare i produttori. Progettare e realizzare (e per contro, scegliere di adottare) sistemi industriali in grado di evolversi e mutare è qualcosa che solo in pochi riescono a fare.

Lo stesso dicasi per la sostituzione di materiali, dalla produzione al packaging, a più alto contenuto ecologico: scegliere una soluzione che in futuro si possa aggiornare per diventare sempre più green, è una opzione di sostenibilità che ha il valore della responsabilità industriale, sociale e ambientale.

La storia del tissue, dall’adozione delle prime carte riciclate allo sviluppo della sbiancatura senza additivi, dall’eliminazione dell’anima ai pack biodegradabili, dall’abbandono delle colle al contenimento degli ingombri, è una storia di alleanza fra consumatori, produttori e aziende che realizzano quei macchinari che rendono possibili tutte queste innovazioni; macchinari pensati quando certe possibilità non erano nemmeno teoria e che grazie alla progettazione futuribile, hanno potuto adattarsi per garantire a tutti un futuro di maggiore armonia fra consumo e ambiente.

Come la produzione tissue può diventare green: i processi intelligenti

L’Intelligenza Artificiale e la rivoluzione dell’Industria 4.0 non sono slogan, sono le condizioni necessarie affinché la produzione tissue possa essere sempre più sostenibile. Ecco alcuni esempi:

  • macchinari e singoli pezzi che dialogano.
  • sistemi smart che apprendono, prevedono e pianificano consumi, approvvigionamenti e manutenzione.
  • tool diagnostici in grado di effettuare monitoraggi continui e mettere gli operatori in condizione di intervenire da remoto su assetto e configurazione dei sistemi.

Tutto ciò diventa benefit per l’ambiente perché ottimizza consumi e trasporti, minimizza le interruzioni, consente la pianificazione produttiva senza sovraccarichi sul resto della filiera.

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