Acquedotto Nottolini

Alla scoperta di It’s Tissue 2018: l’Acquedotto Nottolini, scrigno che racchiude acqua, genio e magia a pochi minuti dal centro storico di Lucca.

A due passi da Lucca un luogo affascinante dove architettura e natura si fondono, passeggiare lì è… come essere in un dipinto: è l’Acquedotto Nottolini, più opera d’arte che progetto ingegneristico.

 

Sembra che sin dall’epoca romana esistesse a Lucca un acquedotto, probabilmente sotterraneo, che alimentava le fontane all’interno delle mura. Quando, nel Medioevo, queste fonti andarono perdute, si fece urgente la necessità di nuovi rifornimenti d’acqua potabile per non andare incontro a problemi igienici e conseguenti epidemie. Sebbene non fossero mancati studi per soluzioni valide e stanziamenti di fondi, solo nel 1822 la Duchessa di Lucca Maria Teresa di Borbone deliberò la costruzione di un nuovo acquedotto, affidandone il progetto al Regio Architetto Lorenzo Nottolini. I lavori incontrarono però numerose difficoltà e sospensioni, concludendosi soltanto nel 1851.

 

12 metri di altezza, oltre 3 km di percorso, 459 archi in mattoni e muratura a sostenere sulla sommità due canali di trasporto separati, per acque di maggiore e minore qualità. Le acque di sorgente andavano ad alimentare le fonti potabili pubbliche e private di Lucca, quelle della Serra Vespaiata erano dirette alle fontane monumentali. Per non compromettere l’integrità della cinta muraria lucchese, l’acquedotto non entra direttamente in città, ma termina nel Tempietto di San Concordio, una cisterna in stile neoclassico dorico dove l’acqua veniva raccolta e depurata.

 

Oggi l’Acquedotto Nottolini, intatto tranne una spezzatura che fa largo all’Autostrada Firenze-Mare, non trasporta più acqua ma mantiene un valore simbolico e monumentale. Le parole d’oro, la località alle pendici dei Monti Pisani da cui inizia il percorso, è un luogo magico che unisce tradizione, natura e bellezza architettonica. Qui si respira l’aria di un altro tempo ed è possibile immergersi in un sogno a occhi aperti, fatto di una pace ancestrale e di percorsi d’acqua che scivolano lenti e racchiudono il senso profondo della vita.