Confini e prospettive dell'Intelligenza Artificiale in ambito industriale

L’Intelligenza Artificiale offre la possibilità di una completa automazione dei processi di produzione industriale ed è sempre più utile in ambito Decision Making ma è ancora l’essere umano, con le sue emozioni, a essere protagonista.

Intelligenza Artificiale, Decision Making e alessitimia

L’alessitimia è definita come l’incapacità di riconoscere ed esprimere i propri stati emotivi. Una persona alessitimica, in sostanza, è priva di emozioni e semplificando ulteriormente potremmo asserire che ragiona esattamente come l’Intelligenza Artificiale: con logica impeccabile ma… senza cuore. Tutto vero? Beh, non è proprio così.

Vi sono persone che in seguito a traumi od operazioni chirurgiche, hanno perso la connessione tra lobi frontali e strutture limbiche del cervello e quest’ultimo finisce per agire come un computer, perdendosi però nella valutazione di pro e contro per ogni decisione, con il risultato che… nessuna decisione viene mai presa e quando si decide, la decisione risulta quasi sempre disastrosa. Non fanno le spese di questo silenzio emotivo le decisioni spicciole, come togliere la mano dal fornello quando la fiamma è accesa ma le decisioni più complesse, a prospettiva più ampia e con un gran numero di fattori in gioco. Molti gli studiosi, su tutti il neuroscienziato portoghese Antonio Damasio, che hanno dimostrato come senza la sfera emotiva, l’essere umano sia del tutto inefficiente nel prendere decisioni.

Il Decision Making è però un’attività che nella vita quotidiana, così come nel business, deve essere efficiente e puntuale, affidabile e – per quanto possibile – vincente.

Intelligenza Artificiale come tool per il Decision Making data driven

Siamo ormai da qualche anno nell’epoca dei cosiddetti Big Data. Grazie al fatto che gli oggetti sono sempre più connessi e in grado di dialogare con sistemi di raccolta dei dati, la produzione, il consumo, il trasporto e l’uso di qualsiasi prodotto, è potenzialmente fonte di una quantità di dati pressoché illimitata. Si tratta di dati che vanno raccolti, analizzati e interpretati. In questo l’Intelligenza Artificiale è necessaria e insuperabile. AI e Cognitive Computing sono in grado di fornire (abbiamo già avuto modo di dirlo) non solo stime, valutazioni e tendenze ma di elaborare un grandissimo numero di simulazioni speculative per consentire all’uomo decisioni consapevoli, accorte e – soprattutto – data driven.

L’insuperabilità dell’Intelligenza Artificiale

Elaborare una mole sterminata di informazioni in un tempo straordinariamente breve. Su questo l’AI è superiore alle persone. Si tratta di dati che diventano conoscenza attraverso correlazioni statistiche.

La necessità dell’Intelligenza Umana

Noi esseri umani abbiamo però una particolarità: pur essendo meno veloci, possiamo ragionare per elaborare conclusioni logiche, abbiamo cioè, in più rispetto all’Intelligenza Artificiale, la capacità di generalizzazione e astrazione. Se vogliamo dirla tutta, anche lo studio delle funzioni dell’intelligenza, ci rende tratti di unicità, in particolare perché definisce diversi tipi di intelligenza (teoria delle intelligenze multiple):

  • intelligenza linguistica
  • logico-matematica
  • spaziale
  • corporeo-cinestesica
  • musicale
  • interpersonale
  • intrapersonale
  • naturalistica

C’è poi tutta quella sfera d’indicibile che si chiama amore, passione, ispirazione, intuizione, emozione, che come detto rende possibile decisioni complesse e “intelligenti”.

La collaborazione fra Intelligenza Artificiale e uomo

Essere umano e AI devono poter collaborare, se lo fanno, le decisioni sono migliori.

La mente umana per l’Intelligenza Artificiale

La mente umana progetta e realizza. Gli strumenti che realizza aiutano nella progettazione e costruzione di strumenti sempre migliori. Qui si apre un vastissimo capitolo di attività, dai problemi legati alla sottospecifica che rendono inefficienti gli algoritmi al di fuori delle condizioni di test sperimentali, dallo sviluppo dei GAN (generative adversarial network) per il perfezionamento dell’efficienza, alla necessità di garantire l’equità. In queste fasi la mente umana è il fattore determinante per stimolare la crescita dell’AI, e riesce a farlo anche servendosi della straordinaria potenza elaborativa assicurata dall’Intelligenza Artificiale.

L’Intelligenza Artificiale  per la mente umana

Dati, tendenze, fenomeni emergenti. Si tratta di informazioni di enorme valore, in particolare in un modo che sempre più diventa veloce, interconnesso e IoT. A livello industriale, per esempio nella catena dei prodotti Tissue, la possibilità di tracciare tutti i fenomeni, dall’estrazione di materie prime alla trasformazione, dall’impacchettamento alla consegna a scaffale e fino all’uso finale, è un patrimonio dalle possibilità inestimabili per un’attività di decision making umana che, senza gli strumenti dell’Intelligenza Artificiale, diventerebbe lenta, lentissima, troppo indietro rispetto alla realtà dei mercati (e dei competitor). L’intelligenza umana, liberata dalla necessità di elaborare computazioni senza fine, può concentrarsi sulle proprie capacità strategiche di decision making. Di più: in stabilimento (e perché no, anche a monte e a valle del converting) le decisioni operative possono essere lasciate all’AI, che in modalità Machine Learning può affiancare i responsabili delle operazioni per poi divenire sempre più autonoma (ed efficiente).

L’equilibrio, ovvero la perfezione del rapporto fra AI e persone

Equilibrio, è questa la parola d’ordine, necessaria, nel rapporto fra AI e decisione umana. Siamo però in uno scenario che muta ed equilibrio non significa ancorarsi al passato. Equilibro significa essere pienamente nell’oggi, trovando un bilanciamento sano che deriva dalla consapevolezza che le professioni e le competenze debbono aggiornarsi e che il rapporto con l’Ai è ormai cosa quotidiana e necessaria. L’equilibrio è saper definire i ruoli, le responsabilità e i compiti.

Nessuna distopia si affaccia all’orizzonte, solo una realtà in cui i lavori più pericolosi e i compiti più stressanti saranno appannaggio dell’AI, mentre alle persone spetterà il ruolo di controllori, supervisori, esseri senzienti in grado di trovare la sintesi d’armonia fra scienza e arte. Perché sì, prendere decisioni è anche un’arte, squisitamente umana e… inscindibile da un pizzico di follia.

 

Questo post approfondisce i temi dell’Intelligenza Artificiale nell’Industria Tissue, ma… non dimenticare la sicurezza!