Reggio Emilia: la città ferita dagli Ungari

Alla scoperta di It’s Tissue 2018: conoscere Reggio Emilia, la città ferita che dette diritti a tutti i bambini del mondo

 

Correva l’anno 898 quando gli Ungari entrarono a Reggio Emilia, la devastarono e uccisero il vescovo Azzone. Per curare le ferite la città impiegò un secolo e da quel terrore ereditò una prudenza d’animo e un anelito alla libertà che la rendono ancora oggi unica.

 

È qui che nel secolo scorso nasce il “Reggio Emilia Approach”, una visione pedagogica d’avanguardia che riconosce ai bambini diritti e autonomia; è qui che ancora prima, a metà del 1400, una cartiera era già attiva; è qui che sempre in quegli anni, veniva prodotta la filigrana Trimonte.

 

Una città bellissima in cui alla suggestione del centro storico punteggiato da chiese, palazzi e fortificazioni fanno da contrappunto visioni che lasciano senza fiato come la Vasca di Corbelli e la Reggia Ducale di Rivalta.

 

Piena di misteri, è la culla di un ingegno che sa essere vero e proprio valore culturale e trasformarsi in tecnologia. Qui nasce ingegneria d’avanguardia efficiente, affidabile e sempre originale, perché come dicono da queste parti, i reggiani fêr a só mōten (fanno di testa propria)

 

Ecco Reggio Emilia, la città dei cento linguaggi.