STORIA DELLA CARTA A LUCCA (PARTE V)

Il trionfo della cartapaglia e la nascita della società cartaria.

 

La storia dei centri cartari di Pescia e Villa Basilica vide, durante l’Ottocento, un periodo di transizione tra la manifattura al suo apice di espansione e la grande industria.

 

La prima occasione per cogliere la natura profondamente diversa tra le due fu l’esposizione internazionale di Londra del 1862, dove l’Italia si confrontò con le esperienze straniere, più recenti ma all’avanguardia: il gap tecnologico non era segnato solo dall’utilizzo, all’estero, della macchina continua, ma anche dall’evoluzione della chimica, che permetteva di utilizzare nuove materie prime senza dipendere dai tradizionali stracci.

 

In Toscana, le due realtà convissero per decenni: le cartiere pesciatine continuarono con la fabbricazione a mano a base di stracci, puntando a un prodotto di qualità a basso costo e ritagliandosi un mercato in America del Nord e in America Latina, specie nel settore della carta bollata del Brasile e del Venezuela; la zona di Villa Basilica invece seguì la strada della carta di paglia, trovando così la sua fortuna.

 

L’uso della paglia di grano si era diffuso a Villa Basilica a partire dagli anni Quaranta dell’Ottocento, ma era giudicato poco redditizio per dare subito il via ad investimenti in nuovi macchinari: non si capiva ancora se la convenienza industriale puntasse sulla produzione di carta per la scrittura o su quella di carta gialla da imballaggio. Il successo fu comunque rapido e i cartai ottennero un grande profitto, perché il prodotto aveva uno smercio sicuro e la fabbricazione era molto più semplificata rispetto alla lavorazione degli stracci.

 

Nel 1871 si costituì l’Organizzazione Cartaria di Villa Basilica, che raccolse produttori e commercianti di cartapaglia, si impegnò nella richiesta dell’esenzione dalle tasse sugli edifici idraulici e prese iniziative in tema di trasporti e credito. In seguito, i cartai si costituirono legalmente come Società Cartaria, stabilendo autonomamente la qualità, i formati della carta da fabbricare e i prezzi di vendita.

 


Photo credits: Alessandro Cinelli